Regime forfettario. Gestione dell’addebito automatico del bollo in fattura

da | Gen 17, 2023 | NOVITA'

La Legge di bilancio 2023 ha alzato il limite dei ricavi/compensi da rispettare per accedere e permanere nel regime forfettario, ma rimangono invariate le indicazioni sul corretto trattamento ai fini reddituali della marca da bollo apposto sulla fattura dei forfettari (anche “virtualmente”, da non confondere con il c.d bollo virtuale).

Da qui, è utile richiamare le indicazioni fornite dall’Agenzia delle entrate sul corretto trattamento ai fini delle imposte sui redditi del bollo apposto sulle fatture elettroniche o cartacee poco importa.

Nello specifico, nella risposta n° 428/2022, l’Agenzia delle entrate ha chiarito che assumono rilevanza, ai fini del calcolo dell’ammontare dei ricavi, anche le spese addebitate al cliente da parte dei professionisti per l’imposta di bollo. In conclusione, alla luce delle suesposte argomentazioni, si ritiene che l’importo del bollo addebitato in fattura al cliente assuma la natura di ricavo o compenso e concorra alla determinazione forfettaria del reddito soggetto ad imposta sostitutiva, secondo quanto disposto dall’articolo 4 della legge n. 190 del 2014.

Dunque, la marca bollo da 2 euro addebitata dal forfettario al cliente, privato, professionista o impresa poco importa, concorre ai ricavi dell’anno in cui la fattura è stata incassata. Per fare un esempio, in caso di emissione di una fattura per un importo di 80 euro più due di marca da bollo, il totale dei ricavi è pari a 82 euro. Fermo restando che il reddito tassabile sarà determinato sulla base degli indici di redditività previsti per l’attività svolta.

Dunque, nella verifica della nuova soglia di 85.000 euro, si deve tenere conto anche delle marche da bollo apposte sulle fatture incassate. 

Cosa cambia nel gestionale KS Fattura?

La piattaforma si è adeguata a tale procedura nella gestione dell’addebito automatico.

fatturazione elettronica Regime forfettario Gestione dell'addebito automatico del bollo in fattura

Se si volesse proseguire ad addebitare il bollo come una spesa non imponibile è necessario creare un altro prodotto di tipo “Spesa” e inserirlo manualmente nelle righe della fattura.

 

Regime forfettario. Le nuove regole di accesso 2023

In virtù delle novità previste con la Legge di bilancio 2023, da quest’anno possono accedere al regime forfettario i titolari di partita iva che (vedi nuovo comma 54 della Legge 190/2014, Legge di stabilità 2015):

  • hanno conseguito ricavi ovvero hanno percepito compensi, ragguagliati ad anno, non superiori a euro 85.000;
  • hanno sostenuto spese per un importo complessivo non superiore a 20.000 euro lordi per lavoro accessorio, lavoro dipendente e compensi a collaboratori, anche a progetto.

Tali limiti non valgono solo rispetto a coloro che aprono una nuova partita iva nel 2023, ma anche rispetto a chi lo scorso anno era già in regime forfettario. Infatti, chi era già forfettario, ad inizio anno 2023, ha dovuto verificare se i ricavi/compensi conseguiti nel 2022 hanno superato o meno la nuova soglia di 85.000 euro. Nel caso in cui i ricavi non hanno superato la soglia di 85.000 euro, è ammessa la possibilità di continuare ad operare in regime forfettario. Fermo restando che la soglia va rapportata ai mesi di attività. Nel senso che, ad esempio, chi ha iniziato l’attività ad aprile 2022, dovrà rapportare il limite di 85.000 euro a 9 mesi (85.000/12*9).

Dunque, è corretto affermare che la nuova soglia di ricavi ha valenza retroattiva.

Attenzione però all’eventuale superamento della soglia citata.

Infatti, le conseguenze sono differenziate a seconda di quanto la soglia viene superata.

Nello specifico:

  • con ricavi superiori a 85.000 e fino a 100.000 euro, uscirà dal regime forfettario con effetto dall’anno successivo a quello di superamento del limite;
  • con ricavi oltre 100.000 euro, l’uscita dal regime forfettario è immediata (regole ordinarie Irpef e IVA a partire dalle operazioni effettuate che comportano il superamento del predetto limite di 100.000 euro).

Informazioni utili. La fatturazione elettronica passo passo!

Come si invio le fatture elettroniche?

Prepara la fattura come hai sempre fatto, le informazioni non sono diverse dal solito.  Nella sua anagrafica dovrai solo aggiungere il “codice destinatario” o la PEC compilando l’apposito campo del “Recapito” (non necessario se il cliente è un consumatore

Al termine non serve stamparla ma ti basta cliccare su “genera XML”

Poi con il servizio con il servizio KS Fattura elettronica gestisci il processo di fatturazione, invi, ricezione e conservazione.

Ricevere fatture elettroniche fornitori

Con KS Fattura scarichi i file delle fatture elettroniche in arrivo dai fornitori (il cosiddetto “ciclo passivo”) direttamente nella piattaforma evitando la scomodità di dover passare dalla PEC!

Per iniziare, assicurati che i fornitori inviino le fatture elettroniche al tuo 

codice destinatario:

TRS3OH9

NB: Il codice destinatario è UNICO e UGUALE per tutti i clienti della piattaforma mysond che gestisce ricezione e inoltro delle fatture elettroniche. E’ normale che molti altri lo usino: non ti preoccupare, la piattaforma riconosce le fatture a te indirizzate grazie alla partita IVA e ti consegna solo le tue.

Il tuo commercialista

La fattura elettronica rende molto più efficiente e “fluida” la collaborazione tra il commercialista ed i propri clienti: non è più necessario consegnare al proprio consulente pacchi di fatture emesse e ricevute, tutto avviene su file e l’importazione di questi dati nel gestionale di studio è pressoché automatica con grande beneficio per l’abbattimento degli errori di imputazione dati!

In definitiva, grazie al formato XML (fattura elettronica) dal nostro sistema si invieranno le fatture tramite email direttamente al nostro consulente.

A breve pubblicheremo un sistema automatico per inoltrare al consulente del cliente le fatture xml inviate e ricevute dai nostri sistemi, in maniera automatica e calendarizzata.

Conservazione sostitutiva

Per tutte le fatture elettroniche inviate e ricevute vige l’obbligo di effettuare la conservazione sostitutiva per 10 anni. Le procedure per la conservazione sostitutiva sono complesse e, nella pratica, inattuabili da imprese di piccole/medie dimensioni.

Tutte le fatture inviate o ricevute con KS Fattura vengono automaticamente messe in conservazione sostitutiva a norma di legge all’interno di mysond.

 

Informazioni utili. Piccolo glossario!

Fatture B2B
Fatture tra privati (business to business), ovvero emesse ad un soggetto italiano con P.IVA.

Fatture B2C
Fatture a consumatori (business to consumer), ovvero emesse ad un soggetto italiano senza P.IVA.

Fatture PA
Fatture emesse alla Pubblica Amministrazione.

AdE
Agenzia delle Entrate.

XML
E’ un linguaggio con cui è possibile descrivere informazioni in modo strutturato. Le fatture elettroniche sono dei file in formato XML realizzati secondo lo schema “FatturaPA” definito dall’AdE.

Codice destinatario
Conosciuto anche come “codice SDI”, è un codice alfanumerico di 6 caratteri (per la Pubblica Amministrazione) o di 7 caratteri per i privati che identifica l’“indirizzo virtuale” (ovvero la piattaforma software) in cui vanno depositate le fatture inviate al destinatario che adotta tale codice. Le principali software house hanno predisposto piattaforme software accreditate con l’AdE per consentire ai propri clienti di ricevere fatture con un unico codice. I clienti KS Fattura usano il codice della piattaforma mysond: TRS3OH9

PEC
Chi non dispone di un codice destinatario può ricevere le fatture elettroniche anche nella propria casella di posta elettronica certificata (metodo più scomodo del codice destinatario).

Cassetto fiscale
E’ l’area privata che ciascun soggetto (persona fisica, azienda, ente, etc.) dispone nei servizi telematici dell’Agenzia delle Entrate e alla quale si può chiedere di accedere tramite apposita procedura. Le fatture ricevute vengono sempre depositate nel proprio cassetto fiscale, anche se sono state inviate ad un codice destinatario errato oppure ad una PEC errata!

SDI
E’ il Sistema d’Interscambio dell’AdE. Ogni fattura emessa transita per lo SDI che la controlla, la memorizza (per le necessità dell’AdE), la trasmette quindi al destinatariO (al codice destinatario oppure alla PEC a seconda dei casi) e la colloca quindi anche nel cassetto fiscale del destinatario stesso.

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